Poco tempo fa ho partecipato ad un corso di aggiornamento per Allenatori tenuto da Mister Maurizio Seno, che fa parte del settore tecnico della FIGC. Egli iniziò raccontando questo aneddoto. Stava frequentanto la scuola dello Sport al Foro Italico, prima non c’era l’ISAF, e ogni giorno dopo le lezioni facevano una partita a calcio con tutti gli allievi. Con lui c’era pure un ex campione nazionale di marotona. Dopo una mezz’oretta di gioco il fondista andava sistematicamente in debito di ossigeno perchè la tipologia dell’impegno fisico calcistico è totalmente diversa da quella del corridore di fondo o di mezzofondo.
Questo esempio fa capire molto chiaramente che il fatto di avere “Fiato” non vuol dire assolutamente che si sia allenati per fare una partita di calcio al massimo delle prestazioni.
Sapete quanti cambi di ritmo fa un giocatore di calcio durante una partita? Per cambi di ritmo intendo da lento a veloce a velocissimo poi di nuovo lento etc.
Incredibile: più di 1000.
Se si fa un mille o un trecento, come ora va di moda, si fa un solo cambio di ritmo. Se si fa un’attività di tipo aerobico, come la corsa continua, si fa un solo ritmo.
In sostanza ci si sta allenando per un altro sport, e non sarà proprio questa diversità di attività tra allenamento e sforzo durante la partita l’origine di molti infortuni muscolari?
A queste considerazioni del tutto superficiali si possono aggiungere altre con un contenuto più scientifico.
E’ stato studiato che le attività che sollecitano il meccanismo aerobico durante un partita, cioè corsa blanda o cammino, assorbano circa il 90% del tempo di gioco. Il restante 10% è composto da attività, come sprint, cambi di direzione, colpi di testa, calci alla palla, contrapposizione fisica, altamente di qualità che stimolano soltanto il meccanismo anaerobico.
Allora mi sono domandato ma la partita la si vince se si è più preparati a svolgere meglio la parte aerobica o se si è più allenati a sprintare, a giungere prima sulla palla, a saltare di testa ad avere più forza esplosiva?
Penso che la risposta sia semplice. Ma poi mi sono anche chiesto Ok sono più veloce, più forte ed esplosivo degli avversari, ma poi un mio difensore sbaglia uno stop e perdo anche da coloro che sono più lenti della mia squadra.
Un altra riflessione è stata che se circa il 40% dei gol fatti e subiti si fanno su palla inattiva non sarà forse il caso di dedicare almeno il 40% degli allenamenti a questa fase di gioco? Io rispondo che se allenandomi riesco ad abbassare al 10% i gol subiti su palla inattiva e contemporaneamente ad arrivare ficino al 30% dei gol fatti su palla inattiva è giusto dedicare il 50% del tempo di allenamento alle palle inattive. Cioè due allenamenti interi su quattro o tre su sei etc.
Ma se poi sono veloce, forte, ben preparato sulle palle inattive, e molto tecnico, ma sono completamente disorganizzato in campo, comunque perdo da chi è più lento, meno preparato sulle palle inattive, ma molto più organizzato dal punto di vista TATTICO.
Allora mettendo insieme tutte queste riflessioni, unita alla considerazione che avevo a disposizione tre, massimo quattro sedute di allenamento, sono giunto a queste conclusioni:
- L’allenamento aerobico nel calcio (corsa continua) è perfettamente inutile ed è solo una perdita di tempo;
- Occorre allenare sole le capacità condizionali di qualità: Forza, Rapidita e velocità;
- Occorre dare moltissimo spazio alla tecnica;
- Occorre curare in modo maniacale le palle inattive;
- Occorre lavorare tentissimo, con cura estrema dei particolari, sull’aspetto tattico;
L’attività che mi consente contemporaneamente di contemplare tutti questi aspetti è una sola: la PARTITA
Nella partita è riprodotto tutto quelle che serve per Vincere. Posso fare partite 1 Vs 1 e miglioro si la tecnica del marcamento e del dribbling svolgendo un’attività fortemente anaerobica e in certe situazioni anche lattacida, fino a fare le partite 8 vs 6 per allenare tatticamente i reparti. Per modulare il carico sulle attività condizionali uso il numero dei giocatori e le dimensioni del campo e allora a seconda dei casi alleno di più la forza o la velocità. Etc. Durante la partita ci esercitiamo “IN SITUAZIONE” sulle palle inattive e cosi via.
Utilizzando solo le partite come mezzo di allenamento non ho avuto praticamente infortuni di tipo muscolare tra i miei giocatori e ho vinto due campionati e fatto una finale play off negli ultimi quattro anni e non penso che ne io ne i miei giocatori siamo dei fenomeni, semplicemente penso che noi ci alleniamo per VINCERE e non tanto per fare qualcosa di UGUALE a quello che fanno tutti gli altri.
Per fare le partite non serve il preparatore atletico.
Sta per iniziare la stagione la mia squadra si allena da 15 giorni ed abbiamo fatto 30 ore di partite. Altre squadre si allenano da 30 giorni e forse nel migliore dei casi hanno fatto 10 ore di partita. Pero hanno corso molto, si sono molto affaticati ed andranno in forma fra una quarantina di giorni quando il calo di lavoro imposto dai preparatori avrò fatto riposare i giocatori, si sentono imballati ed hanno almeno tre o quattro giocatori con acciacchi vari: Contratture, affaticamenti, dolori muscolari, vesciche.
Addirittura queste attività sono state imposte all’allenatore dal preparatore ed egli è condizionato nella sua programmazione dal lavoro condizionale fatto svolgere da un altro di cui lui non conosce gli effetti sul rendimento in campo della squadra.
TUTTO CIO’ A VOI SEMBRA CORRETTO? IO PROPONGO VIA I PREPARATORI ATLETICI DAL CALCIO E TORNIAMO A GIOCARE A CALCIO SOPRATTUTTO IN ALLENAMENTO
Prossimamente ritornerò sull’argomento di come organizzare le partite in modo da sollecitare un aspetto condizionale, tecnico e tattico piuttosto che un altro.