Che cosa vuoi fare da Grande? Intervista al Prof. Simone Brancozzi pubblicata su SestoDailyNews.net

Che cosa vuoi fare da Grande? Ringrazio Esmeralda Trogu per l’intervista al sottoscritto pubblicata su SestoDailyNews.net.

“Che cosa vuoi fare da grande?”.
Quando si è bambini ci si sente spesso fare questa domanda e la risposta varia a seconda della passione del momento, una passione che per qualcuno dura tutta la vita. Quello che da piccoli ignoriamo è che questa domanda ci accompagnerà per tutta la nostra vita, professionale e non, ma arrivare a questo traguardo non è la cosa più semplice.

Ecco oggi ho la possibilità di parlare con un caro amico e collega che ha fatto della sua passione la sua professione. Un amico che ha stravolto in Italia la professione di Dottore Commercialista il Prof. Simone Brancozzi. Di lui mi colpisce la sua caparbietà, la sua intelligenza, il suo essere semplice, il suo ripetermi sempre “Esmeralda si deve avere un’idea molto precisa non solo di “dove” si sta andando ma anche del “perché” ci si sta andando e del “che cosa” succederà una volta arrivati a destinazione”.

1)Come consideri oggi il ruolo del commercialista: solo contabilità e dichiarazioni fiscali o anche assistenza all’attività dell’imprenditore?
Attualmente moltissimi miei colleghi sono ancora orientati solamente verso un servizio al cliente di carattere fiscale e contabile, ma credo che la professione di commercialista ,condotta unicamente attorno a queste due attività sia destinata all’estinzione, per svariati motivi che vanno dalla standardizzazione del reddito all’aumento dei competitor, da una diminuzione inevitabile dei ricavi e dall’aumento dei costi dello studio, fino alla minore necessità di ricorso a competenze specifiche da parte delle aziende clienti, tutte tematiche che affronto nel mio sito web www.ilnuovocommercialista.it

2) Come consideri il ruolo del commercialista nello scenario economico attuale?
Il ruolo del commercialista in un futuro, che secondo il sottoscritto è già presente, dovrà necessariamente tornare ad essere quello che si ricopriva prima del 1972 (Anno della grande riforma tributaria, che ha creato la figura del fiscalista), il commercialista deve ritornare ad essere consulente aziendale al fianco delle imprese clienti, con un orientamento indispensabile alla tecnologia, fornendo servizi ad alto valore aggiunto che abbiano un valore reale e percepito dal cliente. In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo il commercialista ha il dovere deontologico di porsi al fianco delle aziende e di guidarle verso le scelte più corrette, cercando di tirarle fuori dalla difficile situazione che stanno oggi affrontando. Il commercialista ha delle competenze nel campo della consulenza aziendale come nessun’altra figura professionale. Dobbiamo avere coscienza di questo e mettere le nostre virtù a disposizione degli imprenditori.

3)Quali sono le attività principali che fornisci ai tuoi clienti tramite il tuo studio?
Uno dei servizi ad alto valore aggiunto di cui accennavo nella precedente risposta è sicuramente il risanamento aziendale, clienti in difficoltà che si rivolgono a me per gestire delicati rapporti con fornitori, banche, erario. Studiare le migliori strategie da mettere in atto e gli istituti giuridici più opportuni a nostra disposizione, per salvare quello che per molti è stato il lavoro di una vita è sicuramente un servizio dal valore inestimabile per il cliente e che da al professionista anche un senso di appagamento proprio.
Altro servizio che per me ha un valore altissimo è il mio servizio di consulenza ‘Cruscotto di Controllo, attraverso il quale l’imprenditore è guidato alla piena coscienza di tutti gli aspetti riguardanti la sua azienda, monitorandola costantemente ed individuando tutte le criticità da risolvere per una gestione sempre più efficiente. E poi cos’è che fa più felice un’ imprenditore? Trovare nuovi clienti! Ecco perché fornisco ad ognuno di loro la mia consulenza di esperto in web marketing, di cui da anni mi interesso e che nella nuova era digitale che stiamo vivendo oggi è l’unico strumento in grado di portare nuovi ricavi all’impresa. Lo sapevate che nel 2017 il 90% delle scelte d’acquisto verranno decise sul web? Non lo dico io ma Seth Godin, guru del marketing a livello mondiale!

4)Che consigli daresti a uno studio professionale che sta valutando l’ esternalizzazione come strumento per ridurre i costi e aumentare i ricavi?
Come detto in precedenza la tecnologia stravolgerà inevitabilmente i nostri studi (il mio è stato già stravolto da diverso tempo…), infatti, attualmente è possibile elaborare la contabilità all’estero (dall’India, come dall’Albania, come dal Venezuela), ma lavorando dentro il server e dentro il software dello studio, in totale sicurezza.
E presto arriveranno le fatture in formato ‘xbrl’, per cui automaticamente software appositi le elaboreranno, faranno controlli collegandosi direttamente al VIES (L’anagrafe dell’Agenzia Tributaria).Tutto questo per dire che l’esternalizzazione di tutte le attività a basso valore aggiunto (pensiamo anche alle attività di segreteria) sarà ‘conditio sine qua non’ della sopravvivenza dello studio del professionista.Io sono totalmente in disaccordo con quelli che dicono ‘la contabilità come la tengo io non la tiene nessuno’, poichè una contabilità tenuta correttamente può essere registrata in un solo modo! Cosa consiglio io? Di iniziare a riflettere su questi aspetti e prendere fin da subito provvedimenti prima che sia troppo tardi…

5)Quanto si risparmia con l’esternalizzazione?
L’esternalizzazione di attività a basso valore aggiunto come può essere l’elaborazione della contabilità ti permette di tagliare i costi dello studio liberando risorse umane e di tempo da dedicare ad attività più redditizie di cui sopra, aumentando la qualità del servizio garantito ai suoi clienti, la sua percezione del lavoro svolto e la sua disponibilità a pagare di più. Grazie all’esternalizzazione puoi fornire una consulenza costante su dati aggiornati e freschissimi, organizzare meglio il lavoro, senza più affanni e scadenze a breve tempo e tutto questo pagando pochissimo e sulla base di costi variabili certi!
Le faccio un semplice esempio pratico, si possono esternalizzare 50 aziende in contabilità ordinaria spendendo in un mese appena 2500 euro e pagare 1600 tre mesi di contabilità semplificata per 100 aziende poco più di 5 euro al mese, questo è quello che ha pagato un mio cliente commercialista che esternalizza le sua contabilità presso il mio Studio di elaborazione contabilità che gestisco a Durazzo in Albania.

6)Qual è il primo passo da fare? Da dove si parte per esternalizzare la contabilità e le paghe?
Il primo passo è prendere coscienza della necessità di esternalizzare e capire che lo si può fare in totale sicurezza. Per quel che riguarda poi contabilità e paghe, io generalmente consiglio di fare una prova con un numero minimo di aziende, valutare il servizio e poi aumentarle una volta che ci si rende conto della totale validità del nostro lavoro. Finora nessuno dei miei clienti ha avuto modo di lamentarsi o qualsiasi altro problema, anzi tutti hanno poi aumentato il loro impegno.
Invito tutti a valutare il mio servizio di esternalizzazione della contabilità sul sito www.libraearies.com.

Torna in alto